Gli interventi al II° Meeting del 13/1/2011

img_0376Oltre 80 i partecipanti al secondo meeting dei parchi avventura, che si è tenuto a Milano il 13 gennaio scorso, organizzato da Parchi Avventura Italiani per replicare l’esperienza romana del 2009. L’evento è stato realizzato nella sede CAI di Milano, il cui contesto ha creato intorno all’incontro un’atmosfera di montagna, assai più calda di quella di una sala per conferenze, pur affacciandosi sulla bella Galleria che unisce la piazza del Teatro alla Scala con Piazza Duomo.

In apertura della manifestazione Maurizio Crisanti ha ricordato che l’Associazione è stata costituita nel 2008, e che ha dovuto affrontare subito i problemi legati all’emanazione della norma europea ed alla formazione degli operatori, oltre a seguire gli aspetti fiscali ed autorizzatori, assai difformi da un comune all’altro. Attualmente Parchi Avventura Italiani è rappresentata nel gruppo di lavoro che si occupa della revisione della norma europea, ha elaborato i moduli formativi per i collaboratori, ha una convenzione assicurativa e sta lavorando per risolvere alcune problematiche, come quello relativo all’aliquota iva di riferimento per il settore. E’ stato quindi invitato a parlare Erminio Sertorelli (preleva l’audio in mp3), Presidente del Collegio Nazionale delle Guide Alpine, che ha portato il saluto delle Guide, ampiamente rappresentate in sala in quanto coinvolte nella gestione di parchi o nella formazione. Sertorelli ha ricordato la collaborazione già in atto con l’Associazione, soprattutto sul piano della formazione, che non deve essere considerata “un costo ma un investimento”. Il Presidente delle Guide Alpine ha inoltre ribadito l’impegno delle Guide per “uniformare il livello di formazione dalla Val d’Aosta alla Sicilia, e renderlo adeguato assolutamente alle esigenze dei parchi avventura”.

Crisanti ha quindi presentato Evelina Christillin (preleva l’audio in mp3), da qualche mese Presidente dell’ANESV – l’associazione nel cui ambito Parchi Avventura Italiani è stata costituita – ricordando la sua attività agonistica nella Nazionale di sci, la provenienza valdostana e l’impegno quale organizzatrice delle Olimpiadi invernali di Torino 2006. Nel suo indirizzo di saluto Evelina Christillin, presente nonostante un infortunio, ha ricordato la sua recente elezione alla Presidenza dell’AGIS piemontese e dell’ANESV. “Poter avere all’interno dell’Associazione un fenomeno straordinario sul piano economico, con una evidente valenza di avvicinamento delle persone alle attività sportive, è una cosa che mi sta particolarmente a cuore – ha detto la Presidente Christillin – ed appropriarsi della natura in modo sano, affrontando esperienze che è possibile condividere con amici e familiari è una cosa veramente straordinaria. Un settore in tale crescita ha bisogno di regole, di legislazione e di contatti a livello ministeriale” e nella conclusione dell’intervento è stata assicurata la massima disponibilità in questo senso.

Gli interventi in programma sono iniziati con quello di Alberto Pradella (preleva l’audio in mp3), titolare di Exploring Outdoor e rappresentante nell’ambito del Comitato europeo che sta affrontando la revisione della norma EN155671 e 2, con un intervento sulla norma europea. “Le norme – ha ricordato Pradella – vengono in genere revisionate dopo cinque anni, mentre in questo caso si è deciso di farlo dopo soli due anni, a causa dello sviluppo eccezionale del settore. Nella sola Francia ci sono dieci milioni di utenti annui, in Germania cinque milioni, in Svizzera mezzo milione, in Inghilterra otto milioni di persone, tutte appese a cavi come i nostri. Nella prima sessione dei lavori a Parigi, si è parlato di materiali, ma la parte 2 e gli aspetti di supervisione saranno da rivedere”. Pradella ha sottolineato che la norma deve “essere il nostro riferimento, per costruire e gestire il nostro impianto. Dobbiamo tutti adeguarci alla norma per due motivi. Uno, traumatizzante, quello di un incidente, con il magistrato che prenderà certamente a riferimento la norma europea, ma anche perché in questo modo viene migliorato il prodotto”. La situazione italiana è stata definita da Pradella “imbarazzante, perché puntando sul concetto che il rispetto della norma non è obbligatorio, alcuni pensano di andare avanti senza adeguare le strutture e la gestione. In Italia abbiamo circa 150 impianti, ed un migliaio di operatori che servono circa un milione di utenti. Ho verificato alcuni impianti, su richiesta dei proprietari, e ho visto impianti non totalmente conformi. Ciò non vuol dire che siano interamente da rifare, ma bisogna prendere atto di questi fatti, anche alla luce del fatto che il settore “tira” moltissimo ed i visitatori aumentano in maniera esponenziale”. In conclusione dell’intervento Pradella ha segnalato tra l’altro che “Per essere a norma è necessario che un ente accreditato ispezioni l’impianto, che ci sia una relazione di collaudo di un ingegnere, oltre alla presenza di documenti di gestione: registro dei DPI, ognuno dei quali registrato con numero univoco, la relazione di calcolo applicato alle piante, soprattutto dei cavi di sicura, verificandoli con dinamometro” ed ha ricordato che in sede di revisione della norma si è orientati a portare a 15 mesi la validità delle ispezioni annuali. Nel dibattito che ne è seguito Massimo Piccaluga, Vicepresidente dell’ANESV e componente della Commissione provinciale di vigilanza di Torino, ha ricordato l’esperienza conseguente all’entrata in vigore della norma europea nel settore delle attrazioni per parchi di divertimento, evidenziando le analogie e l’importanza del rispetto delle norme tecniche, ancorché non ritenute obbligatorie.

Ha quindi preso la parola Annamaria Pinotti (preleva l’audio in mp3), titolare di Indianapark, alla quale era stato richiesto di raccontare l’esperienza francese nell’ambito dei parchi avventura e della loro rappresentatività. Nell’intervento Annamaria Pinotti ha portato il saluto dello SNEPA, il sindacato francese del settore, e ricordato che “in Francia sono molti anni avanti a noi, e l’esperienza francese può aiutarci ad evitare errori di percorso sia in ambito associativo che gestionale. La nascita dei parchi avventura è nata probabilmente da un italiano nel 1988, e nel 1989 nasce il primo parco in Francia. Negli anni ’90 c’è uno sviluppo esponenziale. Nel 2000 c’erano già 500 strutture in Francia, e nel 2001 il Ministero della gioventù e sport francese emana una circolare sui parchi avventura, che sono definiti percorsi acrobatici in altezza o forestali, anche perché in Francia parco avventura è marchio registrato. Afnor, ente di normazione e francese, equivalente dell’Uni, emana nel 2003 le prime norme e nel 2004 nasce lo SNEPA, associazione di gestori. Poi la norma del 2008 e lo SNEPA è molto attivo nell’ambito della norma. SNEPA organizza da subito corsi di formazione, non riconosciuti all’inizio, in tutta la Francia”. Nell’intervento Annamaria Pinotti ha ricordato inoltre che “La mentalità francese accentua soprattutto la valenza ludico-sportiva dei parchi avventura e non particolarmente vicina ad un parco divertimenti tradizionale. Dal 2007 diventa obbligatorio un certificato di qualificazione professionale per operare nei parchi. C’è stato ovviamente un periodo di transizione che richiedeva un corso e ben 300 ore di apprendistato in una struttura. Lo SNEPA a questo punto ha creato un soggetto che si occupa di formazione e ricerca, accreditata per fare corsi. Oggi si deve fare un corso di tre giorni con aspetti di accoglienza e sorveglianza. Il modulo di soccorritore è in opzione, e si devono fare almeno 100 ore di esperienza con un tutoraggio. Da quest’anno in Francia sono sorti corsi per manutentore di parchi avventura, molto interessante.” Lo SNEPA non è rappresentativo di tutto il settore, sono molte le strutture non associate. Io do questa lettura di questo fatto: in Francia c’è molta varietà, parchi con 30 percorsi e 600 ateliers, con molti dipendenti, ma anche piccole strutture, anche comunali, con molte carenze. Molte strutture non sono a norma e non sono motivate ad entrare in un sindacato. Molte strutture stanno chiudendo”. Annamaria Pinotti ha concluso segnalando che il mercato francese è orientato alle grandi Tirolesi ed ai percorsi con linea di vita continua, che consente di operare con poco personale, o protetti da reti, eliminando il briefing.

Dopo l’interruzione per il buffet, i lavori sono ripresi con la presentazione di alcune esperienze nell’ambito della formazione degli operatori. Ha portato una esperienza Davide Anchieri (preleva l’audio in mp3), Guida Alpina e formatore di operatori dei parchi avventura in collaborazione con Exploring Outdoor, il quale ha riferito che “dall’esperienza nella formazione per lavori in fune, alcuni di noi si sono avvicinati a quella all’interno dei parchi avventura. A mio avviso è importante rispettare i paletti posti nei corsi per lavori su fune. Certo i contesti sono diversi, il primo inserisce il lavoratore tra altri lavoratori, mentre nei parchi avventura l’operatore si trova davanti a turisti e persone in vacanza.” Quanto alla durata della formazione Anchieri ha ricordato che molti considerano eccessivi “quattro giorni di formazione; ma la mia esperienza mi porta a dire che chi lavora nei parchi avventura può trovarsi anche in situazioni più complesse di quelle che si affrontano in cantieri di lavoro. Tuttavia – ha detto Anchieri – invito a considerare che nel contesto del parco avventura ci può essere una sottostima del pericolo da parte degli utenti”.

Alessandro Currò (preleva l’audio in mp3), formatore ed amministratore di una società, FormUp, che eroga corsi nel lavoro in quota, ha presentato le sue attività e dal 2007 si occupa di parchi avventura. Egli ha ricordato che il suo ente ” ha iniziato ad avvalersi dei programmi elaborati insieme e a Parchi Avventura Italiani, inserendo tuttavia qualche ora in più per trattare le norme che ruotano intorno ai dispositivi, materiali e mansioni dei lavoratori ed indicazioni sui traumi da sospensione. I corsi sono di tre giornate e riconosciamo un credito formativo a coloro che abbiano conseguito attestati di formazione per lavori in altezza. Il quarto giorno è dedicato ai soccorritori” Currò ha concluso segnalando che la formazione “è stata revisionata alla luce del protocollo formativo diffuso dall’Associazione”.

Annamaria Pinotti (preleva l’audio in mp3), titolare di Indianapark, gestore di parchi e formatrice nell’ambito del torrentismo, arrampicata e nei parchi avventura ha raccontato come è nata nella sua società l’esperienza formativa, segnalando di aver “effettuato un corso con i francesi secondo le norme AFNOR, prima dell’emanazione della norma europea. Quanto ai corsi, noi facciamo una sorta di “test d’ingresso” a coloro che partecipano ai corsi, non solo sul piano della conoscenza di manovre e tecniche, ma anche della capacità di comunicare, di fare il brefing. Abbiamo iniziato con corsi di cinque giorni, che sono stati poi ridotti a quattro, anche sulla base delle richieste dei gestori. Ora siamo formatori accreditati AIFOS ed eroghiamo corsi sulla base del protocollo concordato con l’associazione, e facciamo circa 10 corsi l’anno, soffermandoci anche sulla gestione quotidiana, ovvero sulle modalità di apertura del parco, chiusura, registri ecc.”. Annamaria Pinotti ha segnalatop “che il passo successivo dovrà essere quello della emanazione di linee guida per la formazione dei lavoratori e dei gestori dei parchi avventura, come per i lavori in quota”. Nella conclusione dell’intervento è stato ricordato il problema del “cosa fare degli operatori che lavorano già da qualche anno nei parchi avventura, anche se magari non hanno ricevuto formazione”: Agli interventi è seguito il dibattito in sala.

Erano presenti alcune ditte che producono attrezzature per parchi avventura, tra le quali Camp, Kong, Petzl, oltre alla francese Alpes-Controles ed alla svizzera Speedrunner. Quella di affiancare al meeting una esposizione di prodotti è stata una idea molto apprezzata, che l’Associazione replicherà certamente, anche in considerazione del fatto che ancora non esistono rassegne fieristiche specificamente dedicate ai costruttori di parchi avventura e fornitori di attrezzature e componenti.