Di nuovo meeting per i parchi avventura italiani. Si è tenuto a Roma lo scorso 12 e 13 novembre, nella sede dell’Associazione, il meeting annuale, momento di incontro tra gestori, costruttori e produttori di attrezzature per percorsi acrobatici e zip-line. Quest’anno, ai workshop su tematiche professionali si è aggiunta la esposizione di prodotti e servizi per i parchi avventura, a cura dei marchi Acropark, BT Tecnologie, CAMP, Exploring Outdoor, Ferriere CIMA, Ecoavventure e Kanopeo, con componenti Clic-it, Saferoller e Kong.
La prima sessione dei workshop, con la partecipazione di Arianna Caccaro (docente dell’Istituto per Sordi A. Magarotto di Padova) e Maurizio Crisanti (Segretario dell’ANESV), si è occupata del tema dell’accessibilità dei parchi avventura alle persone diversamente abili. La professoressa Caccaro ha illustrato l’esperienza dell’Istituto Magarotto, frequentato da persone con esigenze speciali e del parco avventura realizzato nell’area esterna, aperto anche agli istituti scolastici dell’area padovana. La docente ha raccontato il processo che ha portato alla realizzazione dei percorsi acrobatici e l’esperienza con gruppi di ragazzi non udenti, i quali con pochi accorgimenti – un segnale arancione sventolato dagli istruttori a terra in caso di necessità ed un briefing nella lingua dei segni – utilizzano i percorsi del tutto agevolmente ed in piena autonomia. Sia nell’Istituto che a comporre le classi delle scuole che utilizzano il parco avventura, sono presenti anche ragazzi con disabilità fisiche, ai quali è stata riservata particolare attenzione.
Maurizio Crisanti ha esposto ai presenti l’approccio al tema dell’accessibilità da parte di gestori e produttori di attrezzature per parchi divertimento. Si è partiti con il progetto Una Giostra Per Tutti – elaborato congiuntamente da progettisti e gestori di parchi di divertimento, imprese produttrici di attrazioni, Vigili del Fuoco ed Associazioni che rappresentano il mondo delle diverse abilità – e si è giunti alla emanazione delle “Raccomandazioni per l’accessibilità ai parchi di divertimento per ospiti con disabilità” da parte dell’Istituto Superiore di Sanità. Questo lavoro, che include appunto le “raccomandazioni” rivolte a progettisti, gestori ed utenti, e schemi di dichiarazioni liberatorie elaborate da valenti giuristi, può contribuire ad un approccio corretto al tema, anche nel settore dei parchi avventura che, tuttavia, presentano attività che richiedono necessariamente il possesso di adeguate abilità fisiche e psichiche. In ogni caso il fatto che un settore inizi ad interrogarsi sul tema del superamento delle barriere architettoniche e dell’accessibilità secondo il criterio dell’ ”accomodamento ragionevole” e di un approccio non semplicistico alla imposizione di divieti è un segnale di professionalità e maturità complessiva, che porterà ad impegnarsi nel garantire la accessibilità dei parchi avventura, in sicurezza.
Nel corso dell’appassionato dibattito che ne è seguito, Franco Di Carlo, presidente di Parchi Avventura Italiani, ha raccontato l’esperienza dell’aver recentemente partecipato ad una sessione del Gruppo di lavoro sull’accessibilità dei parchi di divertimento. Da tutti è stata condivisa l’esigenza di affrontare il tema offrendo informazioni sull’accessibilità del parcheggio, del parco e dei percorsi acrobatici già dal sito interne della struttura, realizzando semmai appositi strumenti di comunicazione (dépliant ecc.).Particolare attenzione è da riservare alle prenotazioni di gruppi scolastici o Grest: la modulistica dovrà prevedere necessariamente spazio per indicare se nel gruppo ci siano persone con esigenze speciali, in modo da consentire la migliore organizzazione dell’accoglienza. Come per i parchi di divertimento, l’accessibilità deriva soprattutto da un “patto di lealtà” tra gestore – chiamato a garantire la maggiore accessibilità possibile e la sicurezza degli sopiti e degli operatori – persone diversamente abili ed accompagnatori, i quali devono esplicitare con chiarezza quali siano le reali abilità, per consentire una valutazione che garantisca la sicurezza di tutti i soggetti coinvolti. E’ stato ricordato inoltre che un percorso o un’attività può essere accessibile nelle ordinarie condizioni di esercizio, ma può recare comunque problemi di sicurezza quando si tratti di effettuare evacuazioni, in caso di emergenza. Le indicazioni del produttore dell’impianto ed un’attenta valutazione del rischio sul posto offriranno certamente elementi per analizzare il grado di accessibilità del contesto e dei singoli percorsi.
A seguire si è tenuta l’Assemblea annuale dei Soci di parchi Avventura Italiani, nel corso della quale è stato approvato il rendiconto finanziario e sono state raccolte indicazioni per lo sviluppo di azioni associative a tutela del settore.
Dopo una cena conviviale i lavori sono ripresi la mattina seguente, nel corso della quale circa 70 partecipanti hanno preso parte ai workshop in programma. Il primo ha voluto affrontare un tema emergente in Europa, quello dell’invecchiamento dei parchi avventura, alcuni dei quali si avvicinano ai 10 anni di età. Di “Arredi e linee vita che invecchiano, avvertenze e precauzioni” ha parlato Annamaria Pinotti (professionista, costruttrice e gestore di parchi avventura). Nell’approfondito intervento sono stati presentati alcuni esempi di criticità che riguardano non solo le alberature in rapporto a cavi e pedane, ma anche il terreno, soggetto ad eccessivo compattamento e conseguente erosione. Pinotti ha evidenziato come del tema dell’invecchiamento si debba ormai tener conto già in fase progettuale, scandenzando opportunamente soluzioni ed interventi che garantiscano di limitare i danni all’ambiente e aumentino la durata dell’impianto. Nel corso dell’intervento sono stati forniti elementi per valutare come i materiali – legno, metallo ed elementi tessili – reagiscano in modo specifico al trascorrere del tempo ed all’usura. Anche la vicinanza ad aree marine e l’umidità del contesto modificano la resistenza dei materiali stessi.
E’ seguita poi la relazione di Leonardo Perronace (presidente del collegio dei periti agrari e dei periti agrari laureati di Roma) che ha riferito su “Come cambia la vita di una pianta in un parco avventura, e La VTA”. L’intervento, molto interessante, ha permesso di conoscere alcuni elementi di fisiologia dell’albero e degli stimoli che riceve dall’essere utilizzato nei percorsi dei parchi avventura. Perronace ha ricordato come una corretta valutazione visiva dell’albero su basi biomeccaniche (o VTA) debba considerare specifici parametri e non soffermarsi su pochi, generici elementi, come a volte accade. Nella esposizione sono stati anche forniti alcuni elementi di fitopatologia, e raccomandato il sopralluogo di un esperto almeno una volta all’anno, per prevenire problemi alle alberature che, se affrontati in ritardo, possono rivelarsi impossibili da superare, con maggiori costi ambientali e per il gestore.
Dopo un buffet con prodotti del commercio equo, i lavori sono proseguiti con una relazione di Marco Pichetto (gestore e formatore nell’ambito dei parchi avventura) sulle caratteristiche della formazione degli addetti. Pichetto ha ricordato quali siano gli obblighi a carico dei datori di lavoro, derivanti dal d.lgs. 81\2008 e sue modificazioni, e dalla norma EN15567. Mentre le norme sulla sicurezza dei luoghi di lavoro definiscono i soggetti formatori, la norma europea sui parchi avventura non affronta i requisiti dei docenti e dei soggetti. E’ stata poi trattata la formazione per gli istruttori e soccorritori dei parchi avventura, secondo il modulo formativo predisposto dall’Associazione e dal Collegio Nazionale delle Guide Alpine. Negli interventi dei partecipanti, si è discusso anche della durata della formazione e della possibilità di includere nelle 24 ore dell’istruttore anche la formazione specifica di 4 ore, prevista dalle norme sulla sicurezza dei luoghi di lavoro.
E’ seguito quindi l’intervento di Luigi Trippa (ispettore di ente accreditato secondo la norma EN15567) che ha evidenziato le novità introdotte dalla revisione della norma – da qualche giorno disponibile in lingua italiana sul sito dell’UNI – ricordando che lo standard non si applica ai percorsi acrobatici temporanei (installazione la cui durata complessiva di utilizzo è inferiore a 7 giorni) e alle aree di gioco per bambini. Cambia anche la periodicità delle ispezioni: la ispezione periodica dovrebbe essere eseguita almeno ogni anno solare e con un intervallo massimo di 15 mesi, questa ispezione deve essere eseguita da parte di un Organismo di Ispezione EN ISO/IEC 17020:2012 di tipo A, B o C e deve comprendere la verifica dei percorsi da effettuarsi in altezza. L’utilizzo di binocoli e le ispezioni da terra da parte degli ispettori accreditati, non rispettano dunque la norma e non sono assolutamente consentite. Importante novità è la previsione che nei manuali dei produttori siano indicati altezza e peso minimo e massimo degli utilizzatori dei percorsi. Cambiano anche le modalità ed i livelli della supervisione, che variano a seconda dell’età del partecipante e del tipo di DPI utilizzati: questi ultimi sono classificati da A ad E, dove A, B e C riguardano i moschettoni, semplici o più o meno dotati di dispositivi per ridurre la probabilità di aperture accidentali, D equivale in sostanza a sistemi di moschettoni intelligenti ed E alle linee di vita continua.
Un meeting veramente apprezzato, quello appena concluso, che ha mostrato un settore sempre più maturo, in grado di confrontarsi con temi che caratterizzano un approccio sempre più imprenditoriale al settore.
N.B. Le presentazioni dei relatori sono pubblicate nell’Area riservata del sito